
Figli Le Psicosi indotte: Tossicodipendenza
Claudio invece è tornato a casa alle cinque del mattino. Ne è nata una discussione e il padre gli ha detto che non avrebbe più avuto la macchina. Lui ha sfasciato la casa e ha cercato di picchiare i genitori. Era sabato. Claudio era reduce dallo sballo di alcol e sostanze del venerdì sera. Lunedì ha ripreso i modi di un ragazzino normale. …Mania di persecuzione, allucinazioni, deliri, scoppi di violenza. Sintomi psichiatrici, ragazzi fuori di testa, è l'identikit del consumatore del 2000, sotto gli effetti delle nuove droghe...Oggi c'è una quota consistente di consumatori che mostra un disagio mentale, vere e proprie psicosi in forma più o meno grave. Il dato però è legato soprattutto alla cocaina e alla poliassunzione, l'utilizzo di droghe diverse (e di alcol) entrato in modo massiccio nelle abitudini dei giovani...passa con grande facilità dal 'fumo' all'ecstasy, alla cocaina, persino al Viagra e all'eroina (in genere inalata o fumata, perché c'è un vero orrore per il buco), usata come un calmante, quando il mix degli euforizzanti diventa esplosivo..."Siamo convinti che dietro a tanti episodi di violenza ci sia la poliassunzione che annulla il senso del limite e il principio di realtà, aumentando la sensazione di onnipotenza". .. Gare in auto, incidenti stradali inspiegabili, guida spericolata, delitti in famiglia o tra coetanei per motivi banali...Così i consumatori si sono abituati ad alternarli agli psicostimolanti. L'uno medica gli effetti negativi dell'altro". ..Arrivano da noi genitori spaventati che ci portano figli dai comportamenti trasformati, persone con cariche di aggressività che durano 24-48 ore. È il risultato del fine settimana di trasgressione. Poi il fenomeno rientra. Molte volte il lunedì tornano a essere i ragazzi di prima.. Nessuno è in grado di dire con certezza quale sarà l'evoluzione di quel disagio o di quella violenza nel lungo periodo. Il lieto fine non è assicurato"…"Studi molto accurati ci dicono che in certi casi il problema psichiatrico è la premessa, la precondizione che spiega il ricorso alle sostanze. Una sorta di autoterapia messa in atto istintivamente dal soggetto per compensare il suo stesso malessere. Col risultato di ottenere l'effetto contrario: far emergere il disturbo di partenza, toglierlo dalla latenza. Ecco, questo è un caso. Ma non l'unico. Esiste una percentuale di consumatori che sviluppano psicosi indotte dalla droga, non solo quella sintetica, come si pensa. La cocaina è fra le più pericolose. Come il mix di cui fanno uso gli utenti poliassuntori... In certi casi le conseguenze sul cervello sono permanenti"….
Figli Le Psicosi indotte: Tossicodipendenza
ALLARME STUPEFACENTI Droga cocktail killer Non solo cocaina. Ma anche fumo, ecstasy e eroina. Tutto mescolato. È la nuova frontiera della dipendenza. E di sempre più gravi danni psichici
FONTE Paola Cascella DA L’ESPRESSO
Luca è convinto di essere continuamente osservato dall’occhio nascosto di minuscole microspie piazzate un po’ dappertutto. Anche nei congegni delle casse della filodiffusione che manda musica soffusa nella sala d’aspetto dello psichiatra. Ci va da quando, mentre viaggiava per Roma, ha messo in subbuglio tutto il Pendolino: diceva che nella locomotiva c’era un dirottatore. Solo da poco ammette di aver fatto uso di sostanze. L’ultima è la chetamina, che dà una forte sensazione di separazione del corpo dalla mente. E su tempi lunghi provoca allucinazioni e psicosi.
Claudio invece è tornato a casa alle cinque del mattino. Ne è nata una discussione e il padre gli ha detto che non avrebbe più avuto la macchina. Lui ha sfasciato la casa e ha cercato di picchiare i genitori. Era sabato. Claudio era reduce dallo sballo di alcol e sostanze del venerdì sera. Lunedì ha ripreso i modi di un ragazzino normale. …
La depressione maggiore e la depressione mascherata, più pericolosa la seconda perché difficilmente valutabile e per la quale non si ricorre a cure specialistiche, atteggiamenti ossessivi e rituali, convinzioni personali e religiose, schizofrenia, disturbi bipolari, disturbi del sonno, con inversione del rapporto sonno veglia…
Tossicodipendenze e alcoolismo che accentuano il disagio sociale e l’isolamento.
Cambiamenti del tono dell’umore improvvisi, l’allontanamento improvviso dagli amici e dalla famiglia, cambiamenti improvvisi della alimentazione e del peso. L’anoressia….
Atteggiamenti di inanizione, apatia, di taedium vitae, sensi di colpa, solitudine, mancanza di rapporti sociali ed affettivi. Atteggiamenti aggressivi con esplosione di rabbia improvvisa. La manifestazione di idee suicide.
http://guide.supereva.it/psicoterapia_ericksoniana/interventi/2004/11/182567.shtml
Mania di persecuzione, allucinazioni, deliri, scoppi di violenza. Sintomi psichiatrici, ragazzi fuori di testa, è l’identikit del consumatore del 2000, sotto gli effetti delle nuove droghe. Una fisionomia che sta rapidamente sostituendo il vecchio profilo dell’eroinomane anni ‘70. “Di questi casi ne vediamo sempre più spesso”, dice Alessandro Dionigi, psicopedagogista del centro Il Pettirosso di Bologna affiliato alla Fict (Federazione italiana comunità terapeutiche), 50 strutture in tutta Italia. “Oggi c’è una quota consistente di consumatori che mostra un disagio mentale, vere e proprie psicosi in forma più o meno grave. Il dato però è legato soprattutto alla cocaina e alla poliassunzione, l’utilizzo di droghe diverse (e di alcol) entrato in modo massiccio nelle abitudini dei giovani. Così siamo noi per primi a chiedere di essere affiancati dallo psichiatra”. …
Il cocktail di sostanze, dagli effetti spesso contrastanti, è l’ultima frontiera del divertimento delle nuove generazioni. Il poliassuntore tipo ha un’età tra i 17 e i 23 anni e passa con grande facilità dal ‘fumo’ all’ecstasy, alla cocaina, persino al Viagra e all’eroina (in genere inalata o fumata, perché c’è un vero orrore per il buco), usata come un calmante, quando il mix degli euforizzanti diventa esplosivo. Spesso è lo stesso pusher a consigliarla insieme all’ecstasy. Accanto a queste droghe ’storiche’, lo speed, il popper, la chetamina, la salvia divinorum, i funghi allucinogeni. E su tutto l’alcol in grandi quantità. Il nuovo consumatore è perfettamente informato sulla chimica delle sostanze, sui principi attivi, sugli effetti. Così informato da essere capace di prepararne alcune. Magari pasticciando la polvere bianca con l’ammoniaca o il bicarbonato. “Gli effetti delle mescolanze sono devastanti”, spiega Dionigi: “Siamo convinti che dietro a tanti episodi di violenza ci sia la poliassunzione che annulla il senso del limite e il principio di realtà, aumentando la sensazione di onnipotenza”. ..
Gare in auto, incidenti stradali inspiegabili, guida spericolata, delitti in famiglia o tra coetanei per motivi banali: eppure sui poliassuntori i dati sono scarsi perché, dice Gilberto Gerra, componente del Comitato scientifico dell’Osservatorio permanente sulla droga del ministero del Welfare e membro dell’organismo delle Nazioni Unite che si occupa del controllo sulle sostanze, “ci sono molti modi di leggere il fenomeno. È certo però che in Europa, dove fino a ieri erano di moda i depressori, oggi la poliassunzione è in grande crescita, come se tutti volessero assaggiare tutto. Il mercato poi offre qualsiasi cosa. E c’è anche un’altra spiegazione: l’utilizzo di più sostanze con le stesse caratteristiche porterebbe effetti nefasti. Sommare depressori significa andare in coma. Così i consumatori si sono abituati ad alternarli agli psicostimolanti. L’uno medica gli effetti negativi dell’altro”. ..
Se si sa tutto sulle caratteristiche delle droghe, poco si sa sulla loro reale pericolosità. Un esempio: l’alone di indulgenza che accompagna la cocaina. “Siamo invasi dalla cocaina che continua a passare per una sostanza ricreazionale, quasi positiva”, dice Gerra: “L’informazione su questi temi arriva con un ritardo di quattro, cinque anni. Ed è un di sastro, perché stiamo assistendo a una emergenza”.
Qualche dato. Dalla relazione parlamentare dell’Osservatorio del Welfare emerge che nel 2003 sono state 14.087 le persone che rivolgendosi ai servizi pubblici italiani hanno dichiarato di aver fatto uso soprattutto di cocaina. Nel 2002 erano 10.625, nel 2001, 8.402, nel 2000, 7.701. L’incremento è dell’82 per cento in quattro anni. Altro dato da non sottovalutare è che per questi consumatori, la cocaina è la ‘droga del cuore’, la preferita, ma non l’unica. I 14 mila censiti nel 2003 dichiarano di usarla in via primaria, ma non esclusiva. Per esempio c’è anche chi la consuma insieme al metadone. Dice Dionigi: “Arrivano da noi genitori spaventati che ci portano figli dai comportamenti trasformati, persone con cariche di aggressività che durano 24-48 ore. È il risultato del fine settimana di trasgressione. Poi il fenomeno rientra. Molte volte il lunedì tornano a essere i ragazzi di prima. Ma intanto occorre un supporto psichiatrico”. Anche perché, le previsioni sul domani sono difficili: “Nessuno è in grado di dire con certezza quale sarà l’evoluzione di quel disagio o di quella violenza nel lungo periodo. Il lieto fine non è assicurato”…
QUAL’E’ L’ANTICAMERA DEL SUICIDIO?
E’ sicuramente l’isolamento interiore totale ed assoluto, ed il desiderio progressivo ed inalienabile di porre fine a questa solitudine.
E’ la terza causa di morte nei giovani in Italia, preceduta da quella per malattie e da quella per incidenti stradali.
Magari non succede nulla, finchè un evento scatenante fa precipitare all’improvviso la situazione, che era già in equilibrio precario.
Ciò che fa precipitare le cose può essere anche un evento relativamente normale che si inserisce in una situazione psichica di sofferenza in cui la soglia delle percezioni che causano dolore e sofferenza interiore è abnormemente abbassata.
http://guide.supereva.it/psicoterapia_ericksoniana/interventi/2004/11/182568.shtml
Un altro dubbio ancora irrisolto riguarda l’origine della psicosi. Per alcuni la droga, soprattutto il cocktail fra droghe diverse, fa emergere disturbi che preesistono. Non crea, quindi, ma si limita a mettere in luce forme che probabilmente fino a quel momento erano rimaste sotto traccia. Si può essere certi che senza quel detonatore non sarebbero mai esplose? “Nessuna prognosi seria può rispondere a questa domanda”, avverte Maurizio Coletti, psicologo e presidente di Itaca, associazione europea degli operatori della tossicodipendenza: “Studi molto accurati ci dicono che in certi casi il problema psichiatrico è la premessa, la precondizione che spiega il ricorso alle sostanze. Una sorta di autoterapia messa in atto istintivamente dal soggetto per compensare il suo stesso malessere. Col risultato di ottenere l’effetto contrario: far emergere il disturbo di partenza, toglierlo dalla latenza. Ecco, questo è un caso. Ma non l’unico. Esiste una percentuale di consumatori che sviluppano psicosi indotte dalla droga, non solo quella sintetica, come si pensa. La cocaina è fra le più pericolose. Come il mix di cui fanno uso gli utenti poliassuntori”. Qual è il futuro dei ragazzi di questa seconda tipologia? “Molto dipende dal tempo e dalle quantità di sostanze utilizzate. In certi casi le conseguenze sul cervello sono permanenti”….
Un altro campanello d’allarme viene dall’Osservatorio epidemiologico sulle dipendenze dell’Ausl di Bologna. Uno studio negli ospedali pubblici e privati convenzionati del capoluogo e della provincia bolognese dice che in quattro anni, tra il 2000 e il 2003, 1.137 giovani (età media 35 anni) hanno avuto bisogno del ricovero per problemi legati all’uso di stupefacenti (cocaina soprattutto, ma anche cannabinoidi, barbiturici e allucinogeni), uno su cinque per abuso senza dipendenza, il 7 per cento per psicosi indotte da droghe: astinenza, sintomi paranoici, allucinazioni, deliri, perdita della memoria, demenza. Dice il responsabile dell’Osservatorio, Raimondo Pavarin: “Bisogna tener conto che la maggior parte dei ricoveri avviene d’urgenza, quando il problema diventa grave. Altrimenti difficilmente c’è un ricorso alla struttura medica. Questo fa capire che esiste un sommerso che sfugge a ogni statistica”. …
Per chi ha bisogno di aiuto e non può contare su proprie disponibilità economiche, il panorama è difficile, quasi un deserto. Le strutture pubbliche sono impreparate alle nuove richieste. Che comunque arrivano con molta difficoltà perché il cocainomane, soprattutto se adulto e bene integrato, fatica a riconoscersi come tossicodipendente e a venire allo scoperto. Come del resto il poliassuntore.
“I servizi sono tarati sull’eroinomane”, racconta Dionigi. Da cinque anni il Pettirosso ha in piedi il progetto Narciso interamente rivolto a chi si vuol liberare dalla cocaina, e il progetto Icaro per i poliassuntori. E aggiunge: “Riceviamo persone da tutta Italia. Le risorse però sono quello che sono, la solita coperta corta per tutti. A volte è il Sert che ci invia un cocainomane da inserire nel programma. Vuol dire che la retta in comunità sarà a carico della struttura pubblica. Altre volte, magari un altro Sert, dice no perché l’emergenza continua a essere considerata soltanto quella del tossicodipendente classico, l’eroinomane. E noi in alcuni periodi, come quello attuale, non ce la facciamo con le nostre forze. Allora il cocainomane resta fuori. Ma il collega del Sert è frustrato quanto me. Non è una guerra fra straccioni”. Dice Gerra: “Le strutture pubbliche non sono attrezzate per le nuove droghe, per la cocaina e i poliassuntori che richiedono l’intervento di figure diverse. Spesso non hanno neppure la consapevolezza di quel che succede fuori. Si sono adattati alla marginalità, i punk a bestia, gli eroinomani storici, quelli che sono a metadone. Mentre i profili dei consumatori odierni sono i più vari e per questo occorrerebbero setting nuovi, differenziati. I Sert dovrebbero rivedere persino la loro immagine, perché la nuova utenza ha bisogno di attrattive anche esteriori per superare la tradizionale diffidenza”. ..
Prigionieri degli incubi
Gli effetti paranoidi raccontati da due giovani
Di sé dice: “Adesso va bene. Non sto più ‘in finestra’”. Che significa? “È la sindrome Pantani. Chi usa cocaina la conosce bene. Diffida di tutti, pensa che vogliano portargli via la droga, che gli faranno del male, lo uccideranno. Allora si barrica dentro. E sta ‘in finestra’, dietro le persiane a spiare chi viene. Magari con un coltello in mano, per difendersi”. Luigi ha 30 anni. Dopo le canne e l’ecstasy del fine settimana, è approdato alla cocaina inalata. E sette anni fa ha cominciato a ‘basare’, a fumare cocaina pura (free base). “Lì è iniziato il casino”, racconta: “Ansie, fastidio per i rumori, paura degli scricchiolii, sintomi paranoici. Ci sono caduto dentro un po’ alla volta, senza neanche accorgermene. Poi un giorno mi sono reso conto che stavo veramente male”.
La ragazza di Roberto aveva una gemella e lui si convinse che stava aiutando la sorella a derubarlo. “Eravamo soli in casa. Io la guardavo e pensavo non è lei, è l’altra. Si fa sostituire, si scambiano le parti, perché così riesce a portarmi via tutta la coca. Mi vogliono fregare. Forse hanno già preso i gioielli di mia madre”. L’episodio della gemella è stato il primo campanello d’allarme per Roberto: “Non sapevo bene cosa pensare, ma mettevo in conto che potesse essere una mia paranoia”. Poi sono arrivate altre paure, altre angosce. “Ero sicuro di essere seguito. Allora facevo tre giri dell’isolato prima di tornare a casa. In macchina guardavo sempre nello specchietto. Ecco la polizia, ecco, adesso mi prendono, pensavo”. Roberto arrivava persino a immaginare apparecchiature futuribili costruite appositamente per portargli via la droga. “Quando mi trovavo con qualche amico a fumare la coca a casa di qualcuno che ci ospitava in cambio di un po’ di polvere, ero sempre convinto che ci fossero dei congegni programmati apposta dall’esterno per far evaporare e attirare la droga. Un meccanismo speciale che funzionava col calore e poteva sollevare la sostanza senza che nessuno se ne accorgesse, portandola via”. Roberto ha passato alcuni mese in comunità al Pettirosso di Bologna. È stato inserito nel progetto Narciso costruito apposta per i cocainomani. Si è liberato dei fantasmi, non sta più ‘in finestra’. Alla fine dell’estate è tornato a casa.
Dopo il rifiuto, ha vagato senza meta fino a quando
i carabinieri non lo hanno trovato davanti a un ospedale
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