
La sua avventura nel mondo della musica comincia da adolescente quando assieme a Beppe Carletti fonda il primo gruppo con cui comincia ad ottenere una discreta fama locale, i Monelli.
In seguito con Franco Midili, Leonardo Manfredini, Gualtiero Gelmini e Antonio Campari fonda il gruppo dei Nomadi. Il complesso sarà destinato a diventare in breve tempo una delle più importanti band nella storia della musica italiana. Diventa il cantante ed il leader del gruppo, grazie al suo carisma e al suo rapporto con il pubblico caratterizzato dalla voglia di stare insieme ai fan, da lui sempre considerati amici. I testi delle sue canzoni, col passare degli anni, cominciano ad assumere un carattere sempre più politico. Si basti pensare che i Nomadi passano da canzoni come Donna La Prima Donna a Senza patria.
È evidente il cambio strutturale della voce e dell'intensità dell'espressione di Augusto col passare degli anni.
Comincia la sua avventura con i Nomadi quando è appena poco più che un ragazzino. In dischi come Per quando noi non ci saremo e I nomadi, la sua voce risulta alquanto acerba, ma già molto dotata di pesantezza quando si apprestava a testi socialmente impegnati che avevano un accento sulla rivoluzione. Radicale il cambio nell'album Mille e una sera che con canzoni come Un pugno di sabbia, "Mille e una sera, Non dimenticarti di me, Mai come lei nessuna e So che mi perdonerai Augusto dà prova di un'enorme personalità nel canto tra il dolce e il malinconico, tuttavia a volte incompreso fino agli anni ottanta (anni critici però per i Nomadi).
Una voce posata e fiscale in studio che tuttavia ribaltava completamente la situazione nei live. Famosa la versione dal vivo di una canzone come Ala bianca, originariamente pezzo di Elton John intitolato Sixty years on: laddove in studio pare di ascoltare quasi un richiamo ad un posto lontano e dimenticato, sottolineato dal suo tempismo privo di sezione ritmica ed eseguita maggiormente col piano rivestito di arrangiamenti orchestrali, nella versione live ci si trova di fronte ad una vera e propria prova di rock'n'roll suonato dalla band emiliana e interpretato da Daolio con quella vena rock che solo il pubblico riusciva a trasmettergli in un modo così coinvolgente.
Nel 1972 incide un 45 giri da solista: "Una ragazza come tante".
Il 1972 è anche l'anno di Io vagabondo, canzone simbolo dei Nomadi e del loro leader che amava identificarsi in questa canzone.
« Per me è istintivo alzarmi e cominciare a camminare, cominciare a muovermi. » |
dice Augusto,
« A scuola ad esempio avevo un sacco di problemi, perché non riuscivo a stare fermo e seduto oltre un determinato tempo. Questo è il mio sintomo di evacuazione, di fuga alla ricerca di luoghi migliori... » |
Muore il 7 ottobre 1992, alla fine di una breve e straziante malattia: una forma di cancro ai polmoni.
Nessun commento:
Posta un commento