
Ayrton Senna da Silva (San Paolo, 21 marzo 1960 – Bologna, 1º maggio 1994) è stato un pilota automobilistico brasiliano, tre volte Campione del mondo di Formula 1 nel 1988, 1990 e 1991.
È nota, in particolar modo, la sua rivalità con Alain Prost che, in alcune stagioni, ebbe come compagno di squadra. I due diedero vita a vari duelli, in seguito ai quali non mancarono polemiche riguardo al comportamento dell'uno o dell'altro.
Senna è stato il pilota ad avere ottenuto più pole position in rapporto ai Gran Premi disputati e il terzo in classifica per numero di vittorie.
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Carriera [modifica]
Le formule minori [modifica]
Figlio di famiglia benestante, Senna ebbe la possibilità di avvicinarsi precocemente al mondo dell'automobilismo, iniziando a gareggiare nei Kart all'età di tredici anni con un Parilla 100cc. a Interlagos, vincendo al debutto e conquistando nello stesso anno, il '73, il Campionato Junior.[1]. Nel 1977 e '78 vince il Campionato Sudamericano di categoria e dal 1978 per quattro volte consecutive quello brasiliano.Sbarcato in Italia con i colori della Dap, sfiora il titolo mondiale sia nel 1979 che nel 1980 pur essendone stato il dominatore.
Nel 1981 debutta in Formula Ford 1600, disputando il campionato britannico RAC e il Townsend-Thoresen: li vince entrambi totalizzando 12 vittorie, 3 pole e 10 giri veloci su 19 gare. L'anno seguente passa alla Formula Ford 2000, disputando sia il campionato britannico Pace British che l'Europeo EFDA: li vince entrambi aggiudicandosi 21 vittorie, 15 pole e 22 giri veloci su 29 gare. A fine stagione debutta nell'ultima prova del difficile Campionato Britannico di Formula 3 conquistando incredibilmente la pole, la vittoria ed il giro più veloce.
Nel 1983 si schiera al via del Campionato Britannico F.3 con una Ralt-Toyota del team West Surrey Racing e lo domina con 12 vittorie, 15 pole e 13 giri veloci su 20 gare. A fine stagione partecipa alla prestigiosa gara internazionale di F3 di Macao nella quale si confrontano tutti i più forti piloti della categoria del mondo: parte dalla pole, domina entrambe le manches e segna il giro veloce.
Formula 1 [modifica]
L'arrivo in F1, con la Toleman [modifica]
Dopo questa eccellente trafila nelle formule minori Senna debutta in Formula 1 nel Gran Premio del Brasile 1984 su Toleman-Hart. Nel corso della sua prima stagione ha subito dato prova di un talento eccezionale, cogliendo per la piccola scuderia inglese risultati mai registrati prima, su tutti il clamoroso secondo posto nel Gran Premio di Monaco, disputatosi sotto un diluvio.
La gara venne interrotta proprio per l'enorme quantità di acqua che inondava la pista, e ad Ayrton (che stava recuperando oltre sei secondi a giro su Alain Prost) venne negata una vittoria che ormai sembrava sicura. Già in questa gara si manifestarono quindi due costanti della sua carriera: il duello col pilota transalpino e la sua abilità sotto la pioggia. Chiuse il primo Campionato Mondiale F1 al 9° posto, conquistando, oltre a quello di Montecarlo, altri due podi in Gran Bretagna e Portogallo.
Il passaggio alla Lotus [modifica]
La prima scuderia a mettere gli occhi su di lui fu la Lotus, che lo ingaggiò per il 1985. Alla seconda gara con il team inglese, Senna ottenne subito la vittoria nel Gran Premio di Portogallo, anche questo disputatosi sotto una pioggia torrenziale, dimostrando ancora una volta di essere superiore in condizioni estreme. Nel corso della stagione Senna diede esempio di quello che sarebbe stato il punto forte della sua carriera, ossia la velocità nel giro in prova. Ben 7 le pole position conquistate in questa stagione (grazie anche, va detto, alla bontà del motore turbo Renault che, in prova, non soffriva delle limitazioni al consumo), il più delle volte, però, vanificate da ritiri per guasti meccanici oppure per panne di benzina (in quel periodo era in vigore un regolamento che limitava il quantitativo di benzina disponibile).
Il talento di Senna, però, non era espresso compiutamente in Lotus, team che gli consentiva di ben figurare, ma non di poter raggiungere l'obiettivo per il quale il brasiliano correva: il titolo mondiale. Pertanto, dopo 3 stagioni, concluse due volte al quarto ed una al terzo posto nel Mondiale impreziosite da 16 pole, 6 Gp vinti e altrettanti giri veloci, Senna abbandonò la Lotus per la ben più competitiva McLaren che, proprio in quella stagione (1988), era riuscita a chiudere un contratto motoristico con i giapponesi della Honda.
La consacrazione in McLaren [modifica]
- 1988
In McLaren, Senna trovò come compagno di squadra "Il Professore" Prost, con il quale iniziò ben presto una rivalità destinata a segnare, per sempre, la Formula 1. La McLaren-Honda MP4/4 era una vettura eccezionale e questo consentì ai suoi due piloti di dominare il campionato in lungo e in largo, aggiudicandosi ben 15 dei 16 gran premi in programma.
Senna, con 8 vittorie e ben 13 poles, riuscì finalmente a coronare il sogno di aggiudicarsi il titolo Mondiale di Formula 1, e con una gara d'anticipo, a Suzuka in Giappone. Sulla pista giapponese, Ayrton disputò una delle più belle gare della sua carriera: pur avendo conquistato la pole infatti, il brasiliano fu costretto, a causa di un'esitazione in partenza, a recuperare da metà schieramento. La rimonta su Prost fu straordinaria e si concretizzò al 28° giro, con un sorpasso memorabile. Va detto, tuttavia, che all'epoca era ancora presente il vecchio sistema di punteggi che imponeva di considerare validi per i mondiale soltanto i migliori 11 piazzamenti, scartando così molti punti. Senza questa regola, che a breve sarebbe stata rimossa, i risultati complessivi avrebbero laureato Prost come Campione del Mondo.
- 1989
Il 1989 iniziò sulla falsariga dell'anno precedente con un dominio netto della scuderia inglese e con Senna protagonista di 3 vittorie nelle prime 4 gare. In quella stagione però la McLaren MP4/5 evidenziò qualche debolezza dal punto di vista dell'affidabilità, che costrinse soprattutto Senna a diversi ritiri favorendo indirettamente Prost. L'epilogo del mondiale fu, però, alquanto controverso: sul circuito di Suzuka, sede del Gran Premio del Giappone, i due rivali si fronteggiarono nella penultima gara con Prost in vantaggio ma ancora non certo del titolo. Senna conquistò la pole position con una prestazione fenomenale, distaccando il compagno di squadra che gli partiva affianco, di più di un secondo e sette decimi. Ma Prost lo sorpassò in partenza e a cinque giri dalla fine, dopo un duello durato per tutta la corsa, Senna tentò di scavalcare il rivale alla chicane che precede il traguardo: il francese, anticipando l'ingresso in curva, chiuse il brasiliano bloccando le due vetture. Si trattò di una manovra molto discussa che ancora oggi non mette d'accordo i sostenitori dei due piloti: effettivamente, a termini di regolamento, Prost aveva diritto di traiettoria, avendo il muso della macchina più avanti di quello dell'avversario, ma la sua decisa sterzata anticipata sembrò una manovra volta a generare l'incidente.
Prost terminò lì la propria gara, Senna invece ripartì grazie ad una spinta dei commissari, ed attraversando la chicane (con l'autorizzazione di un commissario con la bandiera verde) rientrò in gara, pur con l'ala anteriore fuori uso per il contatto col francese. Dopo la sosta ai box, per il cambio del musetto, e il furioso inseguimento ad Alessandro Nannini, primo a quattro giri dal termine con dieci secondi di vantaggio sul brasiliano, Senna riuscì a tagliare per primo il traguardo, riaprendo il Mondiale. Alla fine della gara, però, sul gradino più alto del podio salì Nannini: Senna era stato squalificato per salto di chicane e violazione del regolamento (non poteva tagliare la chicane durante la ripartenza e si era fatto aiutare dai commissari per tornare in gara dopo un fuoripista), e Prost poté così fregiarsi del titolo di Campione del Mondo.
Questo episodio inasprì definitivamente i già compromessi rapporti che Senna aveva col francese e con tutta la federazione, a quel tempo retta da Jean-Marie Balestre. Seguirono una serie di polemiche durante tutto l'inverno dell'anno: Senna, profondamente rattristato e scoraggiato, paventò il ritiro dalle corse, parlando di cospirazione ordita dal Presidente della FIA nei suoi confronti, mentre la Federazione minacciò al brasiliano la revoca della superlicenza per guidare in F1.
- 1990
Senna ebbe tuttavia modo di restituire il torto subito durante l'anno successivo. Prost era passato alla Ferrari, ma la stagione 1990 non cambiò la trama, con i due sempre in accanita lotta tra di loro.
Questa volta, però, il copione si ribaltò: Senna arrivò in Giappone in vantaggio di classifica, ma col rivale in recupero. Partito al palo, fu bruciato da Prost in partenza, complice anche la pista più sporca dal lato della pole. Alla prima curva, Prost chiuse la traiettoria, avendo stavolta ampio margine su Senna; il quale ritardando volontariamente la frenata (come avrebbe ammesso qualche anno più tardi [2] ) speronò il francese. Entrambi finirono fuori gara (mesi dopo Senna, parlando di quest'episodio commenterà: «A volte le gare finiscono a sei giri dal termine, a volte alla prima curva»). Senna era così Campione del Mondo per la seconda volta.
- 1991-1992

Il calo di competitività della Ferrari nel 1991 interruppe la saga Senna-Prost, favorendo le vittorie del pilota paulista, che si aggiudicò il terzo titolo di Campione del Mondo, dovendo però far fronte al calo di competitività della sua McLaren nei confronti della Williams - Renault, dominatrice delle successive stagioni e guidata da un grintoso Nigel Mansell, battuto solo alla penultima gara dal brasiliano ancora in Giappone. Fu l'ultimo titolo per Senna, che nel 1992 si trovò alle prese con l'enorme divario tecnico della sua McLaren rispetto ad una Williams eccezionale.
- 1993
Anche nel 1993, con una McLaren motorizzata Ford (la Honda abbandonò le competizioni alla fine del '92), e contro una fenomenale Williams, la cui prima guida era ora diventato il rivale di sempre, l'ormai trentottenne Alain Prost, non prometteva meglio, ma nonostante l'evidente inferiorità di mezzo Senna diede vita ad alcune delle più spettacolari imprese mai viste in Formula 1, culminate sul Donington Park, nel Gran Premio d'Europa, in quella che viene definita la vittoria più bella del campione brasiliano.
Sotto l'acqua (suo elemento naturale) Senna diede spettacolo effettuando quattro sorpassi nel solo primo giro e quasi ridicolizzando gli avversari. Alla fine s'impose con quasi un minuto e mezzo di distacco su Damon Hill ed un giro su Prost. Nel corso dell'anno, però, la differenza di qualità e potenza (troppo evidente) si fece sentire ed il francese riuscì, comunque, a fine anno, a laurearsi Campione del Mondo. Senna fu vice-campione, ottenendo 5 vittorie stagionali, e senza alcuni problemi di affidabilità palesati dalla sua Mclaren durante la stagione (che lo ha abbandonato ad Imola, in Canada, in Ungheria e in Portogallo quando era 2° e a Silverstone quando era 3°) avrebbe potuto vincere il titolo mondiale.
Il passaggio alla Williams e l'incidente mortale [modifica]
Nel 1994 Senna lasciò la McLaren per trasferirsi nella Williams campione in carica, proprio al posto del ritirato Prost. Sembrava un titolo già segnato in partenza, ma il destino decise diversamente. Dopo una partenza difficile (due ritiri nelle prime due gare, vinte da un giovane Michael Schumacher su Benetton Ford, nelle quali aveva, comunque, conquistato la pole) Senna affrontò la terza gara, il Gran Premio di San Marino, cogliendo nelle prove (funestate dal grave incidente occorso a Rubens Barrichello il venerdì alla variante bassa senza gravi conseguenze, nonché dall'incidente mortale di Roland Ratzenberger alla Villeneuve il sabato) la terza pole position di fila. Erano le 14:17 quando al 7° giro, il secondo dopo la ripartenza dietro la safety car (entrata in seguito ad un incidente in partenza che aveva coinvolto J.J. Lehto e Pedro Lamy, i rottami delle cui vetture avevano provocato il ferimento di alcuni spettatori), Senna uscì improvvisamente di pista alla curva del Tamburello, a causa del cedimento del piantone dello sterzo[3] che era stato modificato in occasione della gara stessa, in quanto il pilota si era lamentato della scarsa visibilità della strumentazione. Il piantone, che era stato quindi allungato e saldato manualmente, cedette in seguito alle sollecitazioni, eccessive per il tipo di saldatura effettuato, e le conseguenze risultarono tragiche: Senna, infatti, ormai solo passeggero impotente di una monoposto ingovernabile, riuscì a frenare (come si vede anche dalle immagini video riprese dal "camera car"), ma non ad evitare il muro del Tamburello. L'impatto fu tremendo, coinvolgendo la parte anteriore destra della monoposto.
Per effetto dell'urto, Ayrton subì una frattura alla base del cranio, e inoltre fu vittima di una sfortunata circostanza: il puntone della sospensione anteriore destra, spezzatosi, si piantò sopra il bordo superiore della visiera del casco del pilota[4], penetrando nella regione temporale destra e provocando gravissime e fatali lesioni. Il pilota brasiliano perse oltre 3 litri di sangue in seguito a quelle lesioni. In sede autoptica non furono riscontrate, al di fuori di questo, altri danni fisici di particolare gravità, anche per l'angolo d'impatto di soli 22° che aveva permesso una progressiva dissipazione dell'energia cinetica, prima contro il muretto e quindi nella sabbia. La cosa non deve destare meraviglia, dal momento che analoghi incidenti ad alta velocità nello stesso punto, come quello di Nelson Piquet nel 1987, quello di Gerhard Berger nel 1989 o quello di Michele Alboreto nel 1991, si erano risolti senza particolari traumi da decelerazione al pilota. Alle 18:40 CET dello stesso giorno finiva la vita di uno dei più grandi piloti della storia della Formula 1.
Ayrton Senna ha disputato 161 GP, cogliendo 41 vittorie, 65 pole position, 19 giri più veloci in gara e 610 punti iridati validi (su 614 totali). È partito per 87 volte in prima fila ed ha ottenuto 96 piazzamenti a punti, 80 dei quali sul podio, percorrendo 13672 km al comando di una corsa. Memorabili e ricche di pathos furono le sue vittorie commentate dal famoso telecronista brasiliano Galvão Bueno, che per Ayrton aveva una autentica predilezione.
Dopo il tragico incidente, tutti i circuiti di Formula 1 furono oggetto di controlli e successive revisioni dei tracciati, ove necessarie, per garantire maggior sicurezza ai piloti. La curva del Tamburello, nella fattispecie, fu modificata e, nel tratto centrale, sostituita con una chicane. Furono anche prese misure, sia immediate che di lungo periodo, per aumentare la sicurezza delle vetture, e diminuirne le velocità.
Religiosità [modifica]
« Mi ferisce che si dica che credo di essere imbattibile a causa della mia fede in Dio. Ciò che voglio dire è che Dio mi dà la forza e inoltre che la vita è un dono che Dio ci ha dato e noi siamo obbligati a mantenerlo con cura. [5] » |
Il rapporto di Ayrton Senna con la religione aveva radici lontane, nella sua famiglia, nell'educazione ricevuta dalla madre. Nella sua valigetta personale Senna portava con sé la Bibbia e prima di ogni partenza ne leggeva un passo.
Sulla sua tomba, a San Paolo del Brasile, è scolpita una frase di San Paolo: «Nada pode me separar do amor de Deus» (Niente mi può separare dall'amore di Dio).
Citazioni [modifica]
- Lucio Dalla ha dedicato a Senna la celebre canzone Ayrton, di grande impatto lirico.
- Senna viene citato nella canzone Marmellata #25 del cantante Cesare Cremonini.
- In un gioco di carte collezionabili online francese, è presente una carta chiamata Eyrton in suo omaggio, nel clan degli AllStars, sportivi.
Fatti resi noti dopo la sua morte [modifica]
- Grazie alla sua attività di pilota, Senna dava in beneficenza parte del guadagno che accumulava; la sua opera di carità è stata rivelata solamente dopo la sua morte: è stata la sorella a dichiarare e ad affermare [senza fonte] queste donazioni che il pilota tenne sempre nascoste mentre era in vita.
- Durante l'anniversario dei dieci anni dalla scomparsa del campione brasiliano, la sorella Viviane, rese pubblico un episodio, ufficiosamente scoperto prima, cioè che nella vettura con cui il fratello corse quel fatale 1º maggio 1994 portava con sè la bandiera austriaca, che avrebbe sventolato nel caso avesse vinto in onore di Roland Ratzenberger, prematuramente morto il giorno precedente durante le qualifiche [6]. In effetti i commissari quel giorno di maggio rinvennero una bandiera austriaca nella carcassa della monoposto. Una bandiera austriaca la cui striscia bianca era completamente rossa, intrisa del sangue del pilota.
- Il sig. Milton Da Silva, padre di Ayrton, dichiarò che il figlio, visti i buoni rapporti con Giancarlo Minardi e i componenti del suo Team, avrebbe espresso il desiderio, a fine carriera, di correre per un anno a bordo di una Minardi, gratuitamente e in via amichevole per dare una mano al team nello sviluppo della loro vettura. [senza fonte]
Vittorie [modifica]
- 1985:
Portogallo,
Belgio
- 1986:
Spagna,
Stati Uniti
- 1987:
Monaco,
Stati Uniti
- 1988:
San Marino,
Canada,
Stati Uniti,
Gran Bretagna,
Germania,
Ungheria,
Belgio,
Giappone
- 1989:
San Marino,
Monaco,
Messico,
Germania,
Belgio,
Spagna
- 1990:
Stati Uniti,
Monaco,
Canada,
Germania,
Belgio,
Italia
- 1991:
Stati Uniti,
Brasile,
San Marino,
Monaco,
Ungheria,
Belgio,
Australia
- 1992:
Monaco,
Ungheria,
Italia
- 1993:
Brasile,
Europa,
Monaco,
Giappone,
Australia
Pole Position [modifica]
- 1985:
Portogallo,
San Marino,
Monaco,
Stati Uniti,
Italia,
Europa,
Australia
- 1986:
Brasile,
Spagna,
San Marino,
Stati Uniti,
Francia,
Ungheria,
Portogallo,
Messico
- 1987:
San Marino
- 1988:
Brasile,
San Marino,
Monaco,
Messico,
Canada,
Stati Uniti,
Germania,
Ungheria,
Belgio,
Italia,
Spagna,
Giappone,
Australia
- 1989:
Brasile,
San Marino,
Monaco,
Messico,
Stati Uniti,
Gran Bretagna,
Germania,
Belgio,
Italia,
Portogallo,
Spagna,
Giappone,
Australia
- 1990:
Brasile,
San Marino,
Monaco,
Canada,
Germania,
Belgio,
Italia,
Spagna,
Giappone,
Australia
- 1991:
Stati Uniti,
Brasile,
San Marino,
Monaco,
Ungheria,
Belgio,
Italia,
Australia
- 1992:
Canada
- 1993:
Australia
- 1994:
Brasile,
Pacifico,
San Marino.
Giri più veloci in gara [modifica]
- 1984: Monaco
- 1985: Portogallo, Canada, Stati Uniti
- 1987: Monaco, Stati Uniti, Canada
- 1988: Monaco, Canada, Giappone
- 1989: Stati Uniti, Germania, Spagna
- 1990: Monaco, Italia
- 1991: Italia, Giappone
- 1992: Portogallo
- 1993: Europa
Note [modifica]
- ^ (EN) Ayrton Senna. URL consultato il 3-09-2008.
- ^ (EN) Ayrton Senna attacks Jean-Marie Balestre. URL consultato il 11/10/2006.
- ^ [1] - Foto del piantone lesionato. Si vedano anche le fotografie pubblicate dalla rivista Autosprint nei numeri subito successivi l'incidente che mostrano il relitto del piantone di sterzo accanto alla vettura di Senna già durante i soccorsi
- ^ [2] - The Yellow Helmet Mistery (en)
- ^ Fernanda Di Monte, Avvenire, 1° maggio 2009.
- ^ [http://www.lastampa.it/sport/cmssezioni/formula1/200604articoli/1056girata.asp Ayrton per sempre, la corsa senza fine dell’ultimo martire, La Stampa 20.4.2006
Bibliografia [modifica]
- Ayrton Senna. Guidare in pista. 1a ed. Brescia, La Mille Miglia Editrice, 1991. ISBN 88-85306-02-0.
- Carlo Cavicchi e Angelo Orsi. Senna vero. 2a ed. San Lazzaro di Savena, Conti Editore (collana "I grandi dello sport" - 2), 1993.
- Christopher Hilton. Ayrton Senna. Il genio della Formula 1. 1a ed. Vimodrone, Giorgio Nada Editore, 1991. ISBN 88-7911-050-0.
- Nicola Santoro. La curva dei silenzi: Il caso Senna. Di Renzo Editore. ISBN 88-86044-98-4.
- Fabiano Vandone. Senna & Clark. Due miti a confronto. 1a ed. Vimodrone, Giorgio Nada Editore, 1995. ISBN 88-7911-147-7.
- Beppe Donazzan. Senna vive. interventi Darwin Pastorin e Giorgio Lago Limina Editore,2004. ISBN 88-88551-58-1
- D'Alessio Paolo. Ayrton Senna. La storia e la carriera in 300 immagini. Edizioni Gribaudo, 2008. ISBN 978-88-7906-596-2
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